Friday, November 11, 2005

Le parole dell'uomo che si trascinava

Ho incontrato un uomo anziano e arrancante che strisciava i piedi accanto a quelli della moglie, sul marciapiede. E il marciapiede è una striscia sconnessa davanti al cinema. Il marciapiede ha posto a malapena per quattro piedi che si trascinano vicini, da anni che sembrano una vita. E forse lo sono. L'uomo si è rivolto alla moglie e ho sentito le sue parole. La voce era arrancante come ogni osso del suo esile corpo in movimento. Ma. Le parole erano sciolte, arrivavano da lontano e andavano oltre. Arrivavano dai suoi ricordi di giovinezza.
«Quel giorno io e Alfredo eravamo vicini. Come stasera, ma eravamo lontano da qui. Da un'altra parte, ma vicini come stasera.»
Alfredo. Un ciclista di altri tempi. Il CT della Nazionale di Ciclismo, fino a pochi anni fa.
E quest'uomo che oggi arranca, chissà cosa ci faceva vicino a Martini, da un'altra parte lontano da qui. Su strade polverose e sconnesse ben più di questo marciapiede. Ma sono sicura che era sciolto come le parole che ho sentito arrivare dai suoi ricordi. Fino ad abbracciare di significato la moglie, calde ed entusiaste di felicità. Di giovinezza inattesa, dopo anni che sembrano una vita. E se lo sono, è una vita meritata.

Carpe diem, ovunque tu stia arrancando da queste parti. Sei comunque un mio caro ricordo. E inconsapevolmente, una settimana fa, hai dato un senso al mio blog.

2 Comments:

Blogger lonewolf said...

una bella immagine
viva
e vibrante
come la vita
inattesa
ma gradita
strenna

:-)

4:42 PM  
Anonymous Anonymous said...

Ci ho rivisto me. E un anziano che incontravo sotto casa qualche tempo fa. Chissà che fine hanno fatto; lui e quel tempo. E il segno che lui ha lasciato su di me. E allora ho deciso di postarla sul ozoz. E allora è colpa tua.
Ma sono contento. Di questo blog, della corrispondenza dei sensi (amorosi, al mio primo commento, mi sembrava troppo...) e dei segni.
ciao, a presto

12:59 AM  

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