Tuesday, October 14, 2008

Una cena con le solite facce


Il cielo cambia spesso aspetto di questa stagione nel mondo sopra il cielo di asfalto. La precarietà è naturale, non ce ne stupiamo. Ed è come se, nonostante gli sforzi umani a comporre un ordine sociale artificioso e infine artificiale , la natura si riappropriasse del proprio sviluppo caotico anche in quello che non le appartiene. L'ordine si sfalda nella precarietà e nel precariato, perdendo la sicurezza quotidiana dei rapporti di qualsiasi genere. Ed è quasi assurdo pensare che qualcosa che si possa dire 'indeterminato' dia sicurezza. E infatti è così, ti senti sempre un calcio attaccato al sedere. Ed è ancor più strano, per questo, poter dire che quei compagni di liceo non sono cambiati. E invece si può proprio dire, almeno per quelli che erano lì alla cena venerdì scorso. E Michele(McCain), a cui pochi giorni dopo è nata una bambina, ha detto che è come se ci fossimo trovati dopo qualche mese di vacanza, alla riapertura della scuola, da subito senza freni e senza imbarazzo a raccontarci cosa avevamo combinato.
E Lily stavolta le storie le ha avute e le ha ascoltate lontano dalla rete. E le storie sapevano di Cina, di televisori spenti e due ore di sportello, di figli che leggono libri e padri che vorrebbero essere falegnami ogni volta che entrano in ufficio, di battaglie partigiane da raccontare ai propri studenti come a teatro, di figlie che sbucano fuori tra quindici giorni (luna permettendo), di sorelle che si sposano vestite di bianco e vanno a vivere quasi in Messico, di auto aziendali che si sfasciano andando/tornando a/da Milano, di Mazzo si fa così la chiocciola @, di madri che insegnano alle figlie a salire sulla sedia per essere autosufficienti e prendere da sole le cose che stanno in alto, di Roma e scegliere di viverci perché sì, di una bambina maschiaccio con dei riccioli d'oro stupendi, di ogni tanto vedo qualcuno in tabaccheria. C'ero anch'io e faccio la bibliotecaria perché ho una casa e una gatta nuova. Non dipingo più perché non ci si campa. Disegno un po' e scrivo. Anche su questo blog. Siamo qua e ci resisteremo, perché non siamo cambiati.
E Lily, per una sera, non è stata più un fantasma.

2 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Bri, oh Bri...pensi che io non ti pensi Bri?...Tanto tempo è passato Bri, o forse no, forse sono io passata...non è più quel tempo, non sono più in quel tempo...un abbraccio amiga, enza

3:33 AM  
Blogger Brigatta said...

Cara Enza
mi fa piacere trovarti qua con Lily e con me ;) Non capisco nel particolare quel che mi dici, il tempo è passato, sì e continua a non fermarsi mai. Forse è normale che anche noi passiamo con il tempo. Ma continua, ogni tanto, a passare anche di qua. Mi fa piacere, anzi, ne sono felice.
Bri'

4:11 AM  

Post a Comment

<< Home