Monday, October 15, 2007

Un filo d'argento

Il terzo filo brillava di una luce argentata senza che la luna avesse parte al fenomeno luminoso. Brillava di luce propria, perché la luna sotto il cielo d'asfalto, da quando Lily era morta, non c'era più arrivata. Forse per malinconia il fantasma di Lily sentì riempirsi di lacrime gli occhi, le orbite erano adesso un lago buio che una pioggia insistente faceva traboccare dal perimetro del cratere, dove di solito si cullava il niente e qualche ragno.
Così Lily lesse una storia scritta con parole luminescenti che sembravano seccarsi appena lette e sparire in una polvere magica di stelle. E l'unica cosa che restava era il ricordo malinconico della luna.

C'era un'ombra che usciva solo di notte, ratta si allungava sul suolo e percorreva tutte le strade della città, tutte in una sola notte. Raccoglieva gli oggetti smarriti, gli inviti rifiutati, la fretta e la disattenzione, le verità nascoste dalle bugie. Ogni notte l'ombra puliva le strade da quello che era stato ignorato. Finché una notte ebbe la sorpresa di raccogliere la luna. La luna che un uomo non guardava mai. La luna che era scesa dal cielo, ogni notte di più, per farsi notare. Perché quell'uomo non alzava mai lo sguardo verso il cielo e contavano per lui soltanto i passi sulla terra. Quando si era trovato la luna lì tra i piedi l'aveva ignorata perché non aveva saputo riconoscerla, tanto era che non la vedeva. E non ne aveva più neppure il ricordo. E pensava che la luce, di notte, si facesse solo con i lampioni.
L'ombra raccolse la luna, spingendola avanti nell'aria che si smuoveva, nella sua corsa contro il giorno che si avvicinava. La luna era un ingombro indesiderato che anche l'ombra lasciò infine per strada. E anche chi, quando il giorno era ormai pieno, trovò la luna per strada, non seppe riconoscerla. Senza neppure un dubbio quando di notte, alzando la testa, notò che era una notte senza luna. Mentre l'uomo ancora non alzava lo sguardo dai suoi passi, rientrando nella casa dalle persiane chiuse. Mentre l'ombra tornava per strada per pulire
le strade da quello che era stato ignorato, ritrovando la luna lì dove l'aveva lasciata.

E questa era la storia del terzo filo. Il lago si svuotò e tornò il buio nei crateri. Lily perse il ricordo della malinconia, perché è breve la malinconia dei fantasmi. Restò invece il ricordo della luna, come una cicatrice imbellita da un tatuaggio d'argento.

3 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Che scenari dell'anima densi e profondi, ma soprattutto lucidi in questa breve storia! Perché è vero, dannatamente vero, che si può guardare senza vedere, udire senza sentire, parlare senza dire; e che ci sono esseri solo di Terra che hanno dimenticato il Cielo ed esseri solo di Cielo che hanno dimenticato la Terra, tutti ignari dell'Eros-che-Unisce... Selene

7:35 AM  
Blogger lonewolf said...

leggendo mi son distratto
ripensando ai fili
che spesso anch'io perdo
nel entropia cosmica del mio tempo

a volte ritornano...

t'abbraccio

1:46 PM  
Blogger Brigatta said...

Selene e Lone, qua sotto la luna.

Sel, sei l'unica luna terrena che io conosco, l'unica luna terrena ammissibile.
Lone, sei il lupo più caro, il Lupo della città della Lupa.

Che bello trovarvi insieme sotto la luna di questo post.

Che bello ritrovarti, Lupo.
Che bello trovarti anche qua, Sel.

Bri'

3:01 PM  

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