Thursday, June 12, 2008

Il cane vicino alla porta

Lily, finalmente, riuscì a staccarsi dal suo mondo trasparente, dove le cose non avevano consistenza e ci si poteva passare attraverso senza che niente ti toccasse.
I giorni erano volati
come coriandoli soffiati dal tempo, che alla fine fanno mucchio con la
polvere. Lily aveva il cuore pesante come un secolo di guerre, ma riuscì
a volare verso la rete e a trovare ancora una pagina,

come una bandiera bianca, su cui stava per affiorare una storia da leggere.

C'era una luce in cielo che prometteva ombrelli aperti, schizzi di città sulle scarpe e suole bagnate che segnano il ritorno a casa vicino alla porta. Il cielo sarebbe caduto fuori dalla finestra, come crolla lo schermo di un computer infettato, facendo silenzio di ogni ragionamento. Il cane aspettava il padrone e il suo odore mischiato alla pioggia. Il cane aspettava senza pensare. C'era una mosca che volava per la stanza e pareva facesse il giro della morte. C'era un tappeto sotto il tavolo del salotto buono e le serrande abbassate in ogni ora del giorno. C'era qualcosa sul fuoco in cucina che aveva spento il fuoco sputando e friggendo come la lava di un vulcano. C'era un giornale letto da qualche giorno e da qualche giorno poggiato sopra una sedia, a raccogliere le briciole dei pasti che erano saltate dalla tovaglia, quando era stata ora di sparecchiare. Il cane aspettava senza pensare. La mosca si era fermata sulla piccola TV accesa e accesa era anche la luce sopra i fornelli. C'era l'odore del gas, sempre più forte. Il cane aspettava senza pensare, mentre arrivava il sonno. E la padrona già dormiva, da quando era caduta con un tonfo a qualche passo dal telefono. Anche la mosca adesso stava a terra, nel bagliore della piccola TV che si rifletteva sul pavimento. Il cane aspettava, mentre arrivava il sonno. Quando il padrone rientrò con le scarpe pulite e le suole asciutte, ancora non cadeva la pioggia (la luce del cielo non sempre mantiene le promesse). E il cane non dormiva. Il cane era vicino alla porta e mosse la coda, scacciando il sonno verso un'altra ora che lo avrebbe trovato più avanti negli anni (forse vicino alla porta).


Lily scese di nuovo nella sua inconsistenza, tra l'inconsistenza di tutto il resto. Come una luna che si accende finché funzionano una lampadina e l'interruttore che la alimenta di energia.

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