Le parole di due ventenni (del '46)
Sessant'anni di Repubblica.
Sessant'anni fa uomini e donne hanno scelto di lasciarsi la Monarchia alle spalle.
E hanno scelto la Repubblica.
Dopo il regime fascista e la Seconda Guerra Mondiale, chi ne era uscito vivo si è espresso, con uno scarto di poco più di due milioni di voti, in favore della nascente Repubblica Italiana.
E ci fu chi titolò e chi si aggrappò ad un riconteggio dei voti.
Déjà vu.
Qua intanto si celebra, si commemora, si allestisce, si imbandisce.
Si solletica la memoria.
Si sottolinea che non è sempre stato tutto così, lo è da sessant'anni.
Ventuno donne nella Costituente.
Due donne anziane all'inaugurazione della mostra di immagini e documenti nella piazza del Municipio di questo stesso mio paese.
Prima una, parecchio anziana, la incontro non appena esco per accendermi una sigaretta.
Sospira. E mi dice che gli anni sono volati.
Sospiro anch'io. E il fumo mi va un po' di traverso.
Pensando a fatti e fattacci di questa Repubblica, il tempo non vola. In certi momenti ha la pesantezza del piombo. In certi momenti si incolla a mani poco pulite. Ma che ve lo dico affa'.
Ma che c'è lì dentro, mi chiede.
E esce un'altra signora, entrata in avanscoperta. «Ma che c'è lì dentro...» l'altra deve averlo chiesto anche a lei.
Mi passa davanti mentre parlo della scheda del referendum. E senza guardarmi, rispondendo all'altra, dice: «Tutta politica»
Ci provo: «E' una mostra di documenti, signora, sulla scelta fra Monarchia e Repubblica, sessant'anni fa.»
«Tutta politica, raccolgono anche le firme»
Ci riprovo: «Signora, ma quello che ha visto è il libro dei visitatori»
«Non ci credo» mi ribatte mentre già se ne sta andando.
Prima gli anziani erano saggi. Ora sono scettici. Sfiduciati. Forse ripetutamente gabbati.
Anche questo hanno prodotto i sessant'anni di questa repubblica.
Forse la seconda signora era solo monarchica. Forse non si è espressa ed è andata al mare. Il 'mare polveroso' che da queste parti indica le rive di un torrente.
Ventuno donne nella Costituente.
Il 25 e il 26 giugno c'è il Referendum sulle modifiche alla Costituzione. Non occorre quorum.
Ci sarà comunque un risultato.
Che non si può delegare. Se siamo un popolo.
Non è tutta politica. Se siamo un popolo.
Il mare non si prosciuga in quel fine settimana.
Cos'altro potrebbe invece prosciugarsi?
C'erano ventuno donne nella Costituente, che avevano lottato per la libertà.
Insieme ad un popolo, che era un popolo.
Quelle due ventenni del '46, dovranno tenere la tv spenta, magari usciranno a prendersi un gelato, senza passare davanti alle scuole di seggio.
Perché sembrerà tutta politica.
Ma sarà molto di più.
Sessant'anni fa uomini e donne hanno scelto di lasciarsi la Monarchia alle spalle.
E hanno scelto la Repubblica.
Dopo il regime fascista e la Seconda Guerra Mondiale, chi ne era uscito vivo si è espresso, con uno scarto di poco più di due milioni di voti, in favore della nascente Repubblica Italiana.
E ci fu chi titolò e chi si aggrappò ad un riconteggio dei voti.
Déjà vu.
Qua intanto si celebra, si commemora, si allestisce, si imbandisce.
Si solletica la memoria.
Si sottolinea che non è sempre stato tutto così, lo è da sessant'anni.
Ventuno donne nella Costituente.
Due donne anziane all'inaugurazione della mostra di immagini e documenti nella piazza del Municipio di questo stesso mio paese.
Prima una, parecchio anziana, la incontro non appena esco per accendermi una sigaretta.
Sospira. E mi dice che gli anni sono volati.
Sospiro anch'io. E il fumo mi va un po' di traverso.
Pensando a fatti e fattacci di questa Repubblica, il tempo non vola. In certi momenti ha la pesantezza del piombo. In certi momenti si incolla a mani poco pulite. Ma che ve lo dico affa'.
Ma che c'è lì dentro, mi chiede.
E esce un'altra signora, entrata in avanscoperta. «Ma che c'è lì dentro...» l'altra deve averlo chiesto anche a lei.
Mi passa davanti mentre parlo della scheda del referendum. E senza guardarmi, rispondendo all'altra, dice: «Tutta politica»
Ci provo: «E' una mostra di documenti, signora, sulla scelta fra Monarchia e Repubblica, sessant'anni fa.»
«Tutta politica, raccolgono anche le firme»
Ci riprovo: «Signora, ma quello che ha visto è il libro dei visitatori»
«Non ci credo» mi ribatte mentre già se ne sta andando.
Prima gli anziani erano saggi. Ora sono scettici. Sfiduciati. Forse ripetutamente gabbati.
Anche questo hanno prodotto i sessant'anni di questa repubblica.
Forse la seconda signora era solo monarchica. Forse non si è espressa ed è andata al mare. Il 'mare polveroso' che da queste parti indica le rive di un torrente.
Ventuno donne nella Costituente.
Il 25 e il 26 giugno c'è il Referendum sulle modifiche alla Costituzione. Non occorre quorum.
Ci sarà comunque un risultato.
Che non si può delegare. Se siamo un popolo.
Non è tutta politica. Se siamo un popolo.
Il mare non si prosciuga in quel fine settimana.
Cos'altro potrebbe invece prosciugarsi?
C'erano ventuno donne nella Costituente, che avevano lottato per la libertà.
Insieme ad un popolo, che era un popolo.
Quelle due ventenni del '46, dovranno tenere la tv spenta, magari usciranno a prendersi un gelato, senza passare davanti alle scuole di seggio.
Perché sembrerà tutta politica.
Ma sarà molto di più.
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