Friday, November 10, 2006

Quasi senza respiro

Niente è per sempre?
Questo si chiedeva la piccola Lily mentre l'aria rosata, che eppure c'era, perdeva colore ai suoi occhi. Tutto il resto tramontava, mentre sorgevano di nuovo i sintomi della sua malattia. Quel cielo sempre più spento per le stelle dei suoi occhi, quando altre stelle erano ancora lontane dall'apparire, le faceva già rallentare il respiro nell'attesa della paralisi del corpo. Come se l'ossigeno sfumasse con i colori. Come se la dissolvenza cromatica portasse la conseguenza del vuoto. E dopo aver conosciuto la libertà dell'Indipendenza, l'inevitabile era davvero terribile da assecondare e aggiungeva malessere al malessere fisico. Lily si distese volontariamente sul prato. L'Alibro senza la linfa delle storie pareva ridursi a qualcosa privo di sostanza e di volume e la proteggeva dall'erba che esalava umida nella frettolosa dipartita del sole. A faccia in su, Lily evitava di guardare i ragni che stavano accorrendo per carezzarla. E cercava nel cielo l'arrivo dei pipistrelli. Nel rosso del cielo soltanto uno comparve per ruotare sulla sua testa coricata. E insieme a lui girava tutto il mondo sotto il cielo d'asfalto. Quando il rosso cominciò ad assumere il tono dell'imbrunire, Lily si mise ad ascoltare l'aria che non aveva più altra ragione di starle lì intorno che quella di fare da mezzo per portarle le parole di una storia. I polmoni di Lily si stavano asciugando insieme all'Alibro, lasciandola quasi senza respiro.

E c'era un bosco e qualcosa di molto piccolo era nel bosco. Si sarebbe detto facilmente uno gnomo, ma era una creatura ben più strana. C'era qualcosa che gattonava fra le foglie cadute, che sembravano sussurarre rispetto al suo passaggio. C'era qualcosa di molto piccolo che gattonava e la sua coda strisciava. Ogni tanto la coda restava impigliata agli sterpi più bassi. E quel qualcosa di molto piccolo, allora, si fermava studiando il nodo da sciogliere. La sua coda si sarebbe potuta chiamare Destino. Perché questo era. C'era qualcosa di molto piccolo che si muoveva nel bosco e che aveva per coda il Destino. E i nodi del Destino erano sempre molto complicati da sciogliere perché si formavano per caso. E non c'era una ragione da comprendere che avrebbe aiutato la creatura a districarli. C'era qualcosa di molto piccolo e di invisibile agli occhi poco attenti che provava ogni volta a sciogliere i nodi del Destino. Per continuare ad avanzare in un bosco, non si sa quanto esteso. Un bosco ignoto e inesplorato, che si faceva conoscere cammin facendo. Certe volte la luce riusciva a passare e rischiarava la meta. Certe volte si procedeva nell'ombra. La creatura riusciva sempre a sciogliere i nodi e ad andare avanti. Ma i nodi più ostinati gli lasciavano un segno indelebile sulla coda, come se non si fosse dovuto mai più scordare di qualcosa. E la creatura non era sola, ce n'erano tante, sue simili, nel bosco. Certe volte le code si annodavano tra loro e formavano sempre dei nodi ostinati. Che lasciavano memoria di sé anche quando ognuno riprendeva il proprio cammino. Il bosco girava senza che neppure se ne accorgessero le creature che lo popolavano. Girava insieme al mondo. Perché un mondo era. E i percorsi fra le foglie restavano tracciati e qualche volta le creature si trovavano a tornare sui propri passi. I percorsi si cancellavano soltanto, e magicamente, quando le creature esauste arrivavano alla fine del bosco. Perché una fine c'era sempre.
Lily era quasi senza respiro. Il pipistrello sembrò fermarsi sopra di lei come crocifisso, prima di andarsene. Soltanto per salutarla, soltanto per farle un segno. Come le croci che chiudono una navigazione. Come le croci che indicano il tesoro sopra una mappa.
Dietro il pipistrello c'era la Luna, quando il pipistrello si fermò. E la Luna era la madre di Lily. La sua origine. Non la sua fine.

Una storia per Lily forse adesso potrebbe essere raccontata soltanto dalla Luna o dalla Notte. Perché ormai era questo che occupava il cielo. Forse qualcuno ha un sogno per lei?

4 Comments:

Anonymous Anonymous said...

ciao bri'.. che bella sorpresa! eeeh ricordo che gli eels sono un tuo amore..!! bravissimi!!
speriamo nelle prossime settimane di tornare ad ascoltarli.. chissà!:-)
grazie di cuore e scusami.. tra na cosa e l'altra mi sa che ti ho perso nei link!
colpevolissimo arrossisco e prossimamente provvedo!
n'abbraccio,a presto
A.

9:05 AM  
Blogger Brigatta said...

:) soddisfatta come una brigatta nell'ovatta :) perché Antonio mi mancava un po'... e chissà se trovando un po' di tempo gli eels non potrebbero raccontare una storia a Lily... Friendly Ghost per Lily?
Hope so:)

9:39 AM  
Anonymous Anonymous said...

Non era ancora Notte e non c'era ancora la Luna ma solo il Sole che, tolta la sua veste sfavillante, mostrava agli occhi del Mondo i suoi iridati colori. Lily si mise a correre incontro al Sole e si fermò solo quando si trovò dinanzi al Mare. Il Mare la salutò con sorrisi spumeggianti e con l'aiuto del Vento le sussurò che la stava aspettando, "siamo lontani" le disse "ma ho sentito la tua Anima, so che il tuo sogno è carezzare il Sole."
Lily chiuse gli occhi, sentì il vento tra i capelli e carezzarle il viso,per un attimo si senti Mare, Vento, Cielo, Sole...il Sole era arrivato all'orizzonte e il Mare aveva srotolato la sua scia dorata fino a toccarle i piedi. Lily la percorse tutta come in trance e arrivata davanti al Sole lo accarezzò teneramente.

10:53 AM  
Blogger Brigatta said...

enza enza enza... è tornata!!!
:) :) :)

1:24 PM  

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