Thursday, October 05, 2006

Zio Bronto

Mastodontico e infinitamente pesante.
Così si sentiva da giorni il vecchio Bronto.
Un canuto, logoro, indefinito essere.
Dal sembiante di mostro, più che di antiquato e decrepito, stanco animale.

Guidato da uno strano istinto
che nemmeno lui avrebbe saputo spiegare
si era avventurato con passo stanco
alla ricerca di un mondo
che il suo sguardo offuscato
confondeva tra nebbie moleste e malsane.

Col respiro affannato
e le zampe tremolanti e gonfie
di infinita fatica e profondo dolore
pur senza sapere dove
né tanto meno perché
iniziò a camminare…

Confuso dalle ombre scure
trasportate dal vento di tempesta
col suo peso immane
fu colto da folle raptus
e nel correre verso il destino
non s’accorse delle creature
che le sue zampe immense
calpestavano con forza tale
da riuscirle a schiacciare…

Un albero fu abbattuto
dalla sua marcia senza fine
ed il boato del crollo
occultò al suo udito
ma non al suo cuore
lo straziante scricchiolio di ossa
violentemente macinate
dalla furia di una notte
senza luna e senza stelle
e con un buio
più da rabbrividire che da dimenticare…

E nel lamento delle ossa amiche
spezzate nell’eco del suo impotente stupore
Bronto comprese che il suo viaggio
era senza una fine
che non fosse la logica soluzione
d’una vita virtuale stanca
che si consumava nel candore
di un mondo scomparso
che il suo istinto animale
non aveva dubitato di riconoscere
come i primi tristi lamenti
d’un corteo funebre
che l’avrebbe condotto
in un luogo di riposo eterno
dove la sua anima
liberata del corpo appesantito dal tempo
e dal grigio pallore
d’un riflesso senza fine
avrebbe finalmente ritrovato
la leggerezza e la speranza
che proprio in quel mondo
aveva scoperto capaci
di donargli ali di farfalla
in grado di sorreggerlo nel cielo di una vita
nuova e ricca
d’emozioni e d’amore
in cui, finalmente,
poteva volare…

Lily ad occhi chiusi pensava soltanto a far svaporare la fatica del salto in un mondo non suo. E le ultime ore della notte portarono a Lily una voce. E la Luna le spiegò carezzandola che suo zio Bronto aveva voluto mandarle una storia. Era la sua storia, o almeno una parte della sua storia. Lily sentì nella voce dello zio l'abbraccio delle proprie radici. Perché anche chi è capace di volare ne ha. Anche chi ha come madre la Luna e come nonna la Notte. Ha radici salde e impalpabili, della materia delle nebulose. In cui nasce una vita.
E quando Lily aprì gli occhi c'era l'Alba.

L'Alibro dovrà sfogliarsi per Lily perché l'arrivo dell'alba abbia un senso... ma per questo deve arrivare una storia. Chi ha una storia per Lily?

1 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Lily camminava
o sognava...

Forse sognava perchè si ritrovò all'improvviso con il naso dispettoso incollato al vetro di una finestra.
Sbirciò dentro...
come resistere al suono di quelle melodie che provenivano dalla cucina?
Guardò e rimase a bocca aperta come una sciocca:
Niente fate, gnomi e folletti!
Solo alcuni bambini che ,seduti in cerchio su tante poltroncine piccole e colorate, ad occhi spalancati guardavano decine di pagine che si libravano nell'aria...
Pagine colorate e profumate, pagine che cantavano e raccontavano splendide storie di Paesi lontani, di orchi e streghe...
Le pagine del suo Alibro.

Lily si svegliò all'improvviso, sudata e impaurita:dov'era finito il suo Alibro? Cosa avrebbe fatto senza di esso?

Meno male che era solo un sogno,un bel sogno se l'Alibro era volato nel cuore di chi ha ancora capacità di sognare.

Rincuorata da questo pensiero, Lily tornò a dormire, mentre una nuvola leggera copriva a tratti il quarto di luna.

2:31 PM  

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