Monday, October 02, 2006

Il giorno senza notte


Lily si alzò dal prato ed ebbe una vertigine. Non sapeva più dove si trovava, aveva perso le coordinate della Vita. Lo spazio attorno a lei ormai era troppo ampio, vuoto. Il senso d'infinita solitudine voleva farla precipitare nel pozzo dello Sconforto, ma dentro di lei agiva una forza che vigilava affinchè il Filo della Vita non si spezzasse. Lily si trascinò stancamente sul prato e improvvisamente la sua trasparenza si vestì dei colori dell'arcobaleno. Si, l'arcobaleno era lì, davanti a lei e l'invitava a salire. Un brivido attraversò Lily e l'Alibro si sfogliò rumorosamente nelle due direzioni. Con un piccolo volo Lily si ritrovò in cima all'arcobaleno dove ali di angelo riempirono il Calice della Vita di nuova Speranza.
E dal lembo estremo dell'arcobaleno Lily si tuffò. Vincendo la vertigine. Si tuffò nel mondo al di sopra del cielo d'asfalto. Un tuffo senza elastico. In un cielo azzurro. Senza la notte. E Lily calò secondo la traiettoria vagante di una piuma. Riuscì quasi a mettere i piedi sul mondo. E c'erano rigidi tronchi gelidi, illuminati da luci gialle, rosse e verdi. E c'erano strisce bianche per terra. E montagne squadrate che aprivano pertugi verticali su piccoli mondi privati. E c'erano prati come minuscole isole in mezzo a una superficie che sembrava il suo cielo capovolto. E intorno ai prati giravano come in un incantesimo fragili scatole semoventi. Sembravano capire da sole dove andare, prendendo la deriva all'improvviso, allontanandosi per altri canali che si diramavano come raggi dalle isole verdi. E c'erano steli alti, incolonnati lungo i canali senza acqua, che sembravano doversi accendere da un momento all'altro. Quando il momento sarebbe arrivato.
Lily chiuse gli occhi mentre il rumore delle pagine che giravano nell'Alibro le sussurrarono che quella era la Città. Non era il mondo. Era anche un mondo.
E la Città scorreva veloce negli occhi di Lily come certi filmati accelerati che riducono gli zombie in polvere. Quello era il ritmo della Città. La Città era qualcosa che brucia prima di una sigaretta. Qualcosa in cui la notte può scordarsi di passare senza che qualcuno se ne accorga. Perché di notte la città si trascina in un rantolo, un respiro di sonno profondo. Le strade portano da qualche parte e una meta vale l'altra. Passi verso l'incoscienza finché il respiro si ferma nell'apnea. E il silenzio annulla l'esistenza della Città. E quello che resta in giro sono fantasmi. Che di giorno spariscono, diventando ombre lungo i muri.
Lily aprì gli occhi e si ritrovò seduta sull'arcobaleno che usò come uno scivolo per tornare sul suo prato. Che non gli sembrò più così vuoto.
Ed era notte, sotto il cielo d'asfalto che era tornato al suo posto.
Era notte. Chissà da quanto.

Una storia per la notte di Lily, ora che la notte è arrivata. Perché la notte è fatta per sognare. Il vuoto, più spesso, appare con il giorno.

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