Thursday, December 07, 2006

Il lago di seta


Lily era pallida e rigida, il cuore tremante non produceva alcun segno esteriore. Il cuore fremeva come avrebbero dovuto fremere le pagine dell'Alibro, che invece stavano chiuse, come un fiore acerbo a cui serve ancora un giorno prima di sbocciare.
Il prato era un brulicare di ragni che correvano ad accarezzarla.
Il cielo d'asfalto era nero perché era già arrivata una miriade di pipistrelli. E i pipistrelli stavano appesi a quel cielo, aggrappati alle crepe che si allungavano come nubi sfrangiate dall'alta pressione, fra cui non sarebbe potuta spuntare neppure una luna immaginaria. Perché i pipistrelli stavano, fitti e addormentati, uno accanto all'altro. Erano una coltre impenetrabile e palpitante. Perché anche i pipistrelli hanno un cuore. Per questo, forse, uno cominciò a muovere piano le ali, come un foglio di carta che si brucia con un fiammifero e dall'immobilità assoluta sembra animarsi di vita, proprio negli ultimi istanti, quando ancora lo si dirrebbe 'foglio' e non ancora 'cenere'. Poi il pipistrello si staccò dal cielo, come una goccia di piombo, per poi planare e roteare con una leggerezza impensabile sulla testa di Lily. Il ciuffo sceso sul naso, senza storie di cui tenere il segno, faceva sembrare che di Lily fossero rimasti soltanto gli occhi. E forse era così. Ma c'era una voce che altri non avrebbero sentito, ma che Lily udiva distintamente. E c'era una storia che il pipistrello le stava raccontando.

C'era un lago che sembrava un tessuto di seta, abbracciato da una piccola valle all'apparenza disabitata. E se non era disabitata era perché ci abitavano due vecchie che in quella valle erano state anche fanciulle. E adesso che erano cieche passavano il tempo a raccontarsi i ricordi. Mentre una raccontava, l'altra ascoltava in silenzio. Ogni ricordo finiva con un sospiro, un soffio dalle labbra che si spingeva fin sul lago e ne increspava la superficie, come se la bocca rugosa si specchiasse mentre si chiudeva. E se le due vecchie avessero ancora avuto occhi per vedere, avrebbero visto, appena sotto il pelo dell'acqua, l'immagine di una bambina o di una giovane donna che restava impigliata per qualche istante nell'increspatura dell'acqua, per poi inabissarsi come una sirena incapace di nuotare. E prima che l'altra che era stata zitta cominciasse a raccontare, piangevano insieme e le loro lacrime correvano verso il bordo del lago, divenendo granelli di sale che andavano a incoronare la riva. Quando il sole batteva sul lago, il cerchio d'acqua luccicava come luccicano le gemme preziose. Perché le lacrime per la gioventù perduta non sono qualcosa di molto diverso dalle gemme preziose, ma conservano l'amaro del sale. E quel luogo pochi l'avevano visto davvero. E chi ci era arrivato era subito tornato indietro perché se ne raccontava come fosse leggenda e la leggenda diceva che la malinconia, che lì si respirava come fosse aria, avrebbe stordito anche un bambino che non aveva motivo di piangere la giovinezza. Adesso quel luogo aveva il nome de Il Lago della vecchie piangenti. E le due vecchie erano state sole da sempre. Anche quando erano giovani e si rincorrevano per la valle. Allora non avevano niente da raccontarsi e ridevano soltanto. E anche in quel tempo pochi avevano visto quel lago davvero. Perché chi
ci era arrivato era subito tornato indietro. Se ne raccontava anche allora come fosse leggenda e la leggenda diceva che la stoltezza, che lì si respirava come fosse aria, avrebbe stordito anche un vecchio saggio che non avrebbe saputo altrimenti ridere del niente. Ma allora quel luogo aveva un altro nome, era Il Lago delle giovani sciocche. E nell'età che vide la maturità delle due donne, molti cercarono il lago senza trovarlo, perché così volle il destino. Il destino voleva forse essere l'unico padrone del Lago delle due Dee. Perché la pelle delle due donne aveva la consistenza di un tessuto di seta. E voleva essere soltanto lui ad abbracciarle, come la valle abbracciava il lago.


Il pipistrello tornò ad attaccarsi alla volta d'asfalto. Mentre Lily, sul prato, provava a soffiare sul prato, con quel poco di fiato che le restava, sperando di far apparire l'immagine di una storia. Facendo rabbrividire soltanto i ragni, che cominciarono a pensare che stesse arrivando una bufera di vento.


Una storia per Lily, perché il suo ciuffo torni fluttuare sulla sua testa. Perché Lily non sprechi per tanto il suo respiro...

3 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Briggy, amiga,su Lilytech ti ho lasciato una storiella affinchè Lily non molli mai :) Ciao tesoro, a presto

1:20 AM  
Blogger Brigatta said...

Enzina... mica me ne ero accorta...
Brigatta distratta...
fra casa, natale, e qualcosa che non dico per scaramanzia, ma non pensare che siano affari di cuore... mi sto incallendo!!!

Grazie stella del sud!

8:17 AM  
Anonymous Anonymous said...

Mi raccomando fammi sapere quando si attua la cosa che non dici per scaramanzia...penso di sapere di cosa parli :) in bocca al lupo mia cara amiga ;) besos

8:37 AM  

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