Sunday, September 17, 2006

Una storia della buonanotte


Margherita era una bambina così dispettosa, che spesso la sua mamma era costretta a chiuderla in una stanza per evitare che facesse danni. Probabilmente, il giorno che era nata, avevano sbagliato a metterle il nome, perché lei non assomigliava assolutamente ai bianchi petali del fiore. Forse la dovevano chiamare Rosa Spina, che avrebbe reso l’idea del suo caratteraccio antipatico e spigoloso. La mamma si arrabbiava spesso con lei, che era così strana… così diversa da tutte le altre belle e dolci bambine della sua età. La mamma si arrabbiava, ma non sapeva che Margherita era solo molto triste, e che non era mai riuscita a dire a nessuno che non sapeva né leggere, né vedere i colori. Per lei il mondo era tutto una sfumatura dal bianco al grigio, e le parole, quelle splendide “cose” che sentiva suonare dalle labbra, diventano sul foglio di carta solo tanti scarabocchi indistinti. Margherita non sapeva cosa fosse il blu del mare, il giallo dei limoni, il bianco dei petali del suo nome, o il carminio delle rose. Ma era talmente orgogliosa che non divideva il suo segreto con nessuno. Il suo mondo diventava ogni giorno più grigio, finché rinchiudersi nella sua stanza iniziò a farle piacere. Grigio nel grigio… lì le sue fantasie prendevano forma, al punto che un giorno un vecchio libro di fiabe, forse mosso a compassione, si mise a parlare con lei. I personaggi uscirono uno ad uno dalle pagine: La bella Addormentata, Biancaneve, Cenerentola, Alice… E ognuna di loro aveva una storia da raccontarle. Aurora le parlò a lungo delle sue amiche fatine. Biancaneve dei suoi amici del bosco. Cenerentola la fece ridere di gusto quando le narrò che era caduta dalla zucca. E Alice, quella svampita, descrisse lo stregatto tanto bene che per la prima volta Margherita immaginò i colori. Forse si addormentò, sopraffatta dalla sorpresa e dal fiume di parole che l’avevano investita, perché quando, qualche tempo dopo, sentì la porta che si apriva stava ancora semisdraiata sulla vecchia poltrona con il libro delle fiabe aperto sul volto. Non mi dire che ti sei messa a leggere…non lo fai mai!” La voce della mamma era un misto tra stupore e speranza. Che Margherita avesse infine deciso di diventare una brava bambina come tutte le altre? Margherita non rispose, allontanò il libro e gli diede un occhiata veloce. Che delusione… le parole erano ancora illeggibili. Era stato solo un bel sogno. Fece per gettarlo con rabbia quando sentì delle vocine, lontane lontane che continuavano a ripetere: “ Non chiudermi…non chiudermi…” Margherita pensò di essere impazzita: i libri mica parlano. Eppure quello parlava… e parlava… e continuava a raccontarle favole e storie, mentre un piccolo stregatto tutto colorato appariva e scompariva a fondo pagina… “Ci sto provando mamma” rispose allora. Mentre lo scarabocchio che era stato il titolo della prima fiaba iniziava a trasformarsi nella prima “A” che Margherita avesse mai visto.

Questo Lily aveva udito nella pace del silenzio della notte. E si era sentita meno sola, come se la notte fosse davvero sua nonna e la luna fosse davvero sua madre. Come se la voce che aveva ascoltato raccontare la storia le volesse bene.
Come se Margherita le fosse vicina, sotto il cielo d'asfalto.
E un tatuggio indelebile affiorò sulla sua mano sinistra. Una A azzurra. Che di giorno sarebbe scomparsa. Ma che ogni notte le avrebbe fatto compagnia, richiamando la voce nei suoi pensieri. E forse non solo.
Lily quella notte dormì sospesa sul prato, mentre l'Alibro si sfogliava con energia instancabile. Solo dolci sogni per Lily, quella notte.

Ma i sogni di Lily non finiscono qui. Dopo i sogni ci sarà il risveglio. L'immaginazione potrà di nuovo alzarla in volo in un altro giorno della sua vita. Ma perché il volo di Lily esista, dovranno esserci ancora parole per lei. E voi siete gli unici che potete far muovere ancora le pagine dell'Alibro. Voi. E non io...




3 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Lily pensò che con A inizia la parola " Amore" . Ma cos'è L'Amore? Quando e perchè si scrive con la lettera maiuscola. C'è un'Amore che comincia con la lettera minuscola? L'Alibro cominciò a sfogliarsi velocemente, succedeva ogni volta che in Lily nasceva la voglia di sapere. E prese il volo.
Doveva sapere cos'è l'Amore.

6:14 AM  
Anonymous Anonymous said...

[img]yeiainaltalenavl8[/img]

6:32 AM  
Anonymous Anonymous said...

volevo mandarti una cosa carina, ma non ci sono riuscita :))
alproscien amiga, un bacione

6:34 AM  

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