Sunday, May 06, 2007

(Qualche libro per raccontarsi)

Tutta colpa del Lupo.
Il Lupo ha bussato da sopra il cielo di asfalto e si è aperta una parentesi nella lunga storia di Lily.
Eccola.

(Ora che leggo per mestiere, ricordo volentieri quando leggevo per piacere. E con la speranza che tornino i tempi, perché anche se ti pagano leggere le storie delle Winx è mortificante, apro una parentesi che sembra una finestra sul passato, che arriva da lontano, ma che si spinge fino a pochi anni fa. E non so se saranno cinque i libri, perché sono davanti agli scaffali della mia libreria e mi viene la voglia di tirare giù tutto quello che ci sta sopra.

Il primo ricordo di un libro che nell'infanzia mi ha cambiato la vita risale alla copertina de Le avventure di Tom Sawyer. Mentre mia nonna, nella mia totale indifferenza, mi passava Piccole Donne, io passavo i pomeriggi ad acchiappare lucertole e a spaccare sassi per trovare nelle venature di quarzo l'immaginaria preziosità dell'oro. A strapparmi i pantaloni estivi arrampicandomi sugli alberi. A cercare qualcuno nel vicinato che mi facesse paura, solo dall'aspetto, per trovare il coraggio di entrargli in giardino saltando dal muro. E alla fine, cosa mai può essere più affascinate che entrare nel giardino del convento delle suore di clausura... ed essere rincorse dal giardiniere! Quell'estate le bambole si sono coperte definitivamente di polvere.
Poi tutto si è tinto di giallo per sempre. Il Giallo dei Ragazzi. Nancy Drew ha fatto di me un'investigatrice in erba, in realtà una piccola rompiscatole, che pedinava il vicinato e si occupava degli assassinii dei gatti che crepavano in zona per morte innaturale. Con le mie amiche avevo fondato un gruppo di investigazione, avevamo trovato anche un piccolo kit-giocattolo per rilevare le impronte digitali (ancora la prova del DNA era lontana) e avevamo inventato un linguaggio di segni per comunicare a distanza negli appostamenti, finché non ci dotammo addirittura di walkie-talkie! Dieci piccoli indiani e gli incubi notturni, nell'adolescenza, quando nei sogni restavamo solo io e mio padre e mio padre era quindi l'assassino. O no?
L'adolescente diventa studente liceale e scopre qualcosa di più grande di lei, la passione per la letteratura: Nanà di Emile Zola, I sotterranei del Vaticano di André Gide (sono ancora fidanzata con Lafcadio, sapete?), Senilità di Italo Svevo (Sì, Antonio... anch'io...), Novelle per una anno di Pirandello che sono durate poco più di un mese e The rime of the ancient mariner di Samuel Taylor Coleridge, chiudendo su Ode to the west wind di Shelley.
Libera di leggere, infine:
Dino Buzzati, anche tutto, ma soprattutto La boutique del mistero.
Dylan Thomas, e non c'è niente da aggiungere per lui.
Derek Raymond da E morì a occhi aperti a Il mio nome era Dora Suarez.
Paco Ignacio Taibo II, sì il giallo, ma soprattutto l'intima biografia di Che Guevara: Senza perdere la tenerezza.
Leo Malét e sua la trilogia noir, soprattutto La vita è uno schifo e Il sole non è per noi.
Dmitri Bakin, un'unica raccolta di racconti, Terra d'origine, e un'ammirazione totale.
Gaetano Neri, maestro del racconto breve, anzi brevissimo: Dimenticarsi della nonna, che mi ha fatto spuntare la voglia di scrivere, scoprendo che i racconti possono stare in mezza pagina.
Giovanni Arduino (link qua di lato, su questo blog), Mai come voi, che mi ha insegnato che si può raccontare senza scendere nei fatti, scrivendo di colori e emozioni, senza aver paura del languido, dando al languido un doloroso sapore.
Saer e la recente uscita de L'indagine, orientandomi con la punteggiatura nel vortice dei periodi concentrici.
Sergej Dovlatov, La valigia e La marcia dei solitari (e grazie Bunkr per avermi permesso di camminare ogni giorno per il mondo appagata da questa solitudine, che non è alienazione né stranezza, ma soltanto una parte di me, in buona compagnia di altri che non si incoronano del proprio scetticismo, ma non possono vivere diversamente).

Chiudo la parentesi. Ma le parentesi possono riaprirsi molto facilmente, basta toccare il tasto giusto!).

L'opera qua esposta è di Giampiero Puliti. L'invito è a cercarne la galleria virtuale.