Monday, April 30, 2007

Lily Ghost e la rete infinita

Come si può essere certi che nessuno ci ascolti solo perché nessuno risponde?
Lily non sa come si può essere certi, perché certa Lily non è. Né di questo, né di altro. C'è forse qualcosa di cui si può essere certi, quando le possibilità sono infinite?
Questo era soltanto quello che Lily credeva le fosse capitato. E poiché il contatore che le faceva da cuore contava pochi battiti, questo era ciò che Lily credeva. Ma. Non è perché nessuno risponde che si può smettere di fare domande. Anche se risponde il silenzio non si deve smettere di far uscire la voce. Perché si sa che la voce è un suono trasportato su un'onda. E un'onda arriva sempre da qualche parte. E se si dissipa in schiuma, sulla spiaggia, si può dire che comunque ha raggiunto la spiaggia. E se un grido sembra perdersi nel vuoto, il vuoto forse è soltanto uno spazio troppo grande a cui non riusciamo a dare una dimensione e chiamarlo 'vuoto' un po' ci rassicura. D'altra parte lo spazio dell'Universo che ci comprende nella sua sostanza dona grandezza a questo piccolo mondo. Così ogni organismo, più o meno complesso, dona grandezza universale al piccolo mondo di cellule di cui è composto. E le cellule hanno forse una vita sociale che un po' somiglia alla nostra. Almeno in senso lato. Alcune bastano a se stesse. Altre devono incontarsi per riprodursi, per comunicare il loro patrimonio ai posteri.
Ora Lily è un fantasma. Alcuni fantasmi bastano a se stessi. Altri non possono fare a meno di farsi sentire e cercano di comunicare. E i fantasmi non se ne vogliono andare. Mai. Per questo Lily resta qua. Cercando un motivo nel silenzio di mille occhi che leggono.

«La rete di questo ragno è immensa» si disse Lily ad un palmo di naso dal cielo d'asfalto, accorgendosi
per la prima volta che quelle che dal prato credeva fossero nubi erano solo una grossa vecchia tela di ragno. E il ragno aveva imprigionato infinite parole e ogni filo della rete era una lunga storia, che forse non aveva una fine. Ora Lily voleva soltanto scoprire di chi erano quelle storie.
Questo era già da solo un buon motivo per varcare il cielo e sbucare nel mondo. Lily aveva ritrovato la curiosità della scoperta.
E lesse, tutta d'un fiato, la storia che si stendeva sul primo filo che aveva davanti agli occhi.

E quando tornerà qua, sarà per raccontarvela.

Wednesday, April 11, 2007

Lily Ghost - Capitolo Uno

Fantasmi...
ci parlo spesso
e spesso loro parlano a me
o di me
non l'ho mai capito bene questo

non l'ho capito tutte quelle volte
in cui li sento urlare tra loro
nella mia testa
quasi fosse la loro

ma forse io sono loro
o loro sono una parte di me

proprio oggi
che le voci son piccine
e schiacciate dalla grande ruota del tempo
che non mi lascia più tempo
proprio oggi
i fantasmi
parlanti o meno
mi fan meno paura
di tante realtà...

in fondo
loro
urlavano solo

E Lily era un'ombra che male si distingueva dal grigio dell'asfalto del cielo, dal verde del prato, e da qualsiasi altro colore di quel che c'era lì sotto. Era un'ombra che si aggirava in quel mondo sotterraneo. Era un fantasma e l'Alibro odorava di muffa. Come fossero passati secoli da quando le voci degli amici, i pipistrelli e i lupi le raccontavano delle storie. E forse ora, da buon fantasma, sarebbe riuscita a varcare il cielo d'asfalto. E come fantasma le era facile salire al cielo, come fa il fumo, nonostante l'immobilità dell'Alibro. E salire al cielo le fu facile davvero. Ma per trapassare il cielo d'asfalto non bastava la volontà, serviva un buon motivo. E questo Lily, doveva ancora trovarlo. E non contava urlare per farsi sentire. Perché la sua voce pochi l'avevano ascoltata, anche quando era viva. Provò a cantare, ma lo sforzo di far uscire la melodia la fece crollare a terra. Ora era un'ombra che sull'erba poteva sembrare una pozza scura di pioggia. E invece era un fantasma, trafitto dai fili d'erba del prato.

Chi di voi può dare un buon motivo alla piccola fantasma per salire nel mondo sopra il cielo d'asfalto?