Parole come acqua
Piove da giorni. Piove sul bagnato. Fiumi di acqua per strada.
Il rumore della pioggia copre le parole; facile non sentirle o far finta di non averle sentite.
Facile anche far finta di aver detto altro. Facile addurre incomprensione.
Però. Le parole sono importanti. I fatti non dovrebbero arrivare come un temporale spinto dalla Tramontana. I fatti dovrebbero essere preceduti da una discussione. Altrimenti è prevaricazione.
Ci sono anche fiumi di parole.
Sono confidenze, quando va bene.
Nelle auto parcheggiate davanti a casa alla fine di una serata fra troppa gente. E le parole si attaccano ai vetri come colla. E i vetri sudano. Finché non si abbassa il finestrino.
E gli occhi si chiudono, piccoli come le ore.
Allora, le parole escono con l'aria che entra e torna il silenzio.
Quello che è stato detto ora si respira. E fa parte di noi.
E avremo sempre più cose da dirci.
Sono anche sproloqui i fiumi di parole. Non hanno orario. Non hanno luogo deputato.
Si attaccano ai timpani come colla. Anche quando non vorresti sentire.
E la fronte suda perché sale la pressione del sangue. L'aria non entra più, neppure dal naso.
Gli occhi non si chiudono. Si stringono.
Ed è come se fosse silenzio. Gelido come stasera la strada bagnata qua fuori.
E non farà mai parte di noi.
E avremo sempre meno cose da dirci.
E qua siamo sul mare dove sfociano fiumi di parole.
E nel mare sfociano tutti i fiumi.
I fiumi per secoli sono stati canali privilegiati di comunicazione tra i popoli.
Di incontro e di scontro.
Comunque di confronto.
Questa è democrazia. Altrimenti, non lo è.
Piove sul bagnato.
E sul bagnato si scivola e quando si cade non si cade mai dove si vorrebbe.
Il rumore della pioggia copre le parole; facile non sentirle o far finta di non averle sentite.
Facile anche far finta di aver detto altro. Facile addurre incomprensione.
Però. Le parole sono importanti. I fatti non dovrebbero arrivare come un temporale spinto dalla Tramontana. I fatti dovrebbero essere preceduti da una discussione. Altrimenti è prevaricazione.
Ci sono anche fiumi di parole.
Sono confidenze, quando va bene.
Nelle auto parcheggiate davanti a casa alla fine di una serata fra troppa gente. E le parole si attaccano ai vetri come colla. E i vetri sudano. Finché non si abbassa il finestrino.
E gli occhi si chiudono, piccoli come le ore.
Allora, le parole escono con l'aria che entra e torna il silenzio.
Quello che è stato detto ora si respira. E fa parte di noi.
E avremo sempre più cose da dirci.
Sono anche sproloqui i fiumi di parole. Non hanno orario. Non hanno luogo deputato.
Si attaccano ai timpani come colla. Anche quando non vorresti sentire.
E la fronte suda perché sale la pressione del sangue. L'aria non entra più, neppure dal naso.
Gli occhi non si chiudono. Si stringono.
Ed è come se fosse silenzio. Gelido come stasera la strada bagnata qua fuori.
E non farà mai parte di noi.
E avremo sempre meno cose da dirci.
E qua siamo sul mare dove sfociano fiumi di parole.
E nel mare sfociano tutti i fiumi.
I fiumi per secoli sono stati canali privilegiati di comunicazione tra i popoli.
Di incontro e di scontro.
Comunque di confronto.
Questa è democrazia. Altrimenti, non lo è.
Piove sul bagnato.
E sul bagnato si scivola e quando si cade non si cade mai dove si vorrebbe.